Aggiungo io che ciò è possibile grazie ad un supporto metodologico rigoroso, fondato su “domande potenti”, “riformulazioni costruttive” e “feedback motivanti”, che prendono spunto dall’ascolto attivo del cliente e da un generale clima di fiducia e di rispetto reciproco con il coachee.
Attraverso questi strumenti riusciamo spontaneamente a mettere a fuoco i nostri obiettivi, a organizzare il nostro tempo in funzione di uno stato desiderato, a individuare risorse e strategie necessarie per raggiungere obiettivi specifici, ma soprattutto impariamo a capire, ad ascoltare e a individuare dentro di noi inconsapevoli potenzialità, ancora inespresse, ponendo le basi per un ponte nel futuro.
L’aspetto meraviglioso del coaching è che tutto questo avviene non grazie al punto di vista esterno del coach, ma attraverso un percorso spontaneo di sviluppo interiore che ha effetto già dalle prime sedute. E’ come se sviluppassimo una sorta di terzo occhio che ci osserva e ci aiuta a prendere consapevolezza: questo terzo occhio è il nostro, ed è quello della consapevolezza interiore!
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